Il morbo di Alzheimer (o Alzheimer) è una condizione che colpisce il cervello. Scopri di più sui sintomi, le cause scatenanti della malattia, la modalità in cui viene diagnosticata e i trattamenti disponibili.

Neuraxpharm fornisce alternative farmacologiche per la malattia di Alzheimer: una volta che il medico ha determinato le esigenze specifiche del paziente, può prescrivere il prodotto che meglio si adatta alle sue esigenze e condizioni.

Cos'è il morbo di Alzheimer?

Il morbo di Alzheimer è una condizione progressiva associata ad una degenerazione della funzione cognitiva cerebrale. Colpisce le persone in modi diversi, ma i sintomi includono la perdita di memoria e le difficoltà nell’elaborazione del pensiero, la risoluzione di problemi e il linguaggio. L’Alzheimer è la causa più comune di demenza.

Quali sono i principali tipi di morbo di Alzheimer?

Ci sono due tipi principali di morbo di Alzheimer:

  1. Il morbo di Alzheimer ad insorgenza precoce colpisce le persone di età inferiore ai 65 anni. A volte indicato come Alzheimer giovanile, è una forma rara di demenza. I primi segnali di Alzheimer precoce tendono ad apparire tra i 40 ei 60 anni.
  2. La malattia di Alzheimer ad insorgenza tardiva è la forma più comune di questa patologia e colpisce le persone oltre i 65 anni. È progressiva, cioè tende a peggiorare con il tempo, causando danni a varie parti del cervello. Questo porta allo sviluppo di sempre maggiori sintomi e quindi al peggioramento della condizione.

Quanti pazienti soffrono di morbo di Alzheimer?

In tutto il mondo, quasi 50 milioni di pazienti soffrono di Alzheimer o demenza ad esso correlata. Ogni anno si registrano quasi 10 milioni di nuovi casi.

Il morbo di Alzheimer contribuisce al 60–70% dei casi di demenza e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero totale di persone affette da demenza a livello mondiale dovrebbe raggiungere 82 milioni nel 2030 e 152 milioni nel 2050.

Sintomi

I sintomi del morbo di Alzheimer progrediscono lentamente nel corso di diversi anni. La velocità di progressione varia da individuo a individuo.

Quali sono i sintomi del morbo di Alzheimer?

La ricerca suggerisce che i cambiamenti cerebrali possono verificarsi oltre 10 anni prima dell’insorgenza dei sintomi.

Essi sono generalmente lievi e poi iniziano gradualmente a peggiorare nel tempo. A volte sono confusi con altre condizioni o inizialmente attribuiti alla vecchiaia.

I sintomi del morbo di Alzheimer includono:

  • Disturbi di memoria, come difficoltà a ricordare eventi o conversazioni recenti
  • Scarsa concentrazione
  • Crescente difficoltà a riconoscere persone o oggetti 
  • Difficoltà con la pianificazione, l’organizzazione, la risoluzione dei problemi e il processo decisionale
  • Confusione
  • Perdita del senso del tempo
  • Difficoltà di linguaggio e ripetizione di parole o frasi
  • Disorientamento spaziale e temporale (stato confusionale in merito a tempo e spazio)
  • Variazioni di personalità e comportamenti, come il cattivo umore, l’ansia o la mancanza di fiducia
  • Difficoltà nel senso dello spazio, come giudicare le distanze, salire o scendere le scale o parcheggiare l’auto
  • Perdita regolare degli oggetti o posizionamento degli stessi in luoghi insoliti

Quali sono le fasi del morbo di Alzheimer?

La malattia di Alzheimer è generalmente divisa in quattro fasi principali: fase prodromica, iniziale, intermedia e avanzata.

1. Alzheimer in fase prodromica

La fase prodromica rappresenta la forma precoce di Alzheimer. In questo stadio, le persone soffrono di qualche lieve danno cognitivo, ad esempio il peggioramento della memoria. Possono avere difficoltà a ricordare i nomi o a seguire le conversazioni, ma continuano comunque a svolgere le comuni attività quotidiane.

2. Alzheimer in fase iniziale

Nelle fasi iniziali dell’Alzheimer, le persone conducono una vita indipendente. Possono ancora svolgere le normali attività quotidiane, ad esempio guidare, lavorare o partecipare alle attività sociali.

Il sintomo principale durante la fase iniziale è rappresentato dai vuoti di memoria. Ciò può comportare la dimenticanza di conversazioni o degli eventi recenti, difficoltà a pensare alla parola giusta, dimenticare i nomi delle persone e dei luoghi, porre domande ripetitive o smarrire gli effetti personali.

Si possono anche verificare alcune variazioni di personalità e di comportamento, come sbalzi di umore, maggiore agitazione o ansia, stato confusionale, maggiori difficoltà nel prendere decisioni, o scarso interesse.

Durante la fase iniziale della malattia, questi sintomi si manifestano in modo non del tutto evidente, ma la famiglia e gli amici più stretti potrebbero notarli.

3. Alzheimer in fase intermedia

Il morbo di Alzheimer in fase intermedia coincide tipicamente con il periodo più lungo della malattia. Con la sua progressione, le difficoltà di memoria peggioreranno.

I pazienti affetti da Alzheimer in fase intermedia potrebbero avere maggiori difficoltà a ricordare cose semplici, come i nomi delle persone che conoscono, e faticare a riconoscere i propri cari. Possono richiedere un’assistenza maggiore.

Altri sintomi della fase intermedia che possono comparire includono:

  • Crescente stato confusionale, ad esempio perdita del senso dei giorni
  • Sensazioni di disorientamento e tendenza a vagare e perdersi in ambienti familiari
  • Comportamento ossessivo, ripetitivo o impulsivo
  • Aumento degli sbalzi di umore, tra cui depressione, ansia e frustrazione
  • Variazioni degli schemi del sonno, come irrequietezza notturna e sonno diurno
  • Difficoltà crescenti con il discorso e il linguaggio (talvolta indicato come afasia)
  • Maggiori difficoltà nello svolgimento di attività nello spazio, come giudicare le distanze e raggiungere gli oggetti
  • Sviluppo di deliri, sospetti o paranoie su familiari, amici e assistenti
  • Necessità di assistenza nell’esecuzione di semplici attività quotidiane, come scegliere l’abbigliamento appropriato e vestirsi
  • Allucinazioni

Durante la fase intermedia, le persone sono ancora in grado di assolvere alle attività quotidiane, ma avranno sempre più bisogno di cure e assistenza supplementari.

4. Alzheimer in fase avanzata

Nelle ultime fasi del morbo, i sintomi sono sempre più gravi. La situazione può essere angosciante per il paziente, così come per i familiari e gli amici. 

Nelle fasi terminali, il paziente può perdere la propria capacità di comprensione del mondo circostante. Eventuali allucinazioni e deliri sono soggetti a peggioramento: i pazienti si sentono arrabbiati e agiscono con aggressività.

Altri sintomi in fase avanzata che possono comparire includono: 

  • Perdita della parola
  • Difficoltà nei movimenti
  • Difficoltà a sedersi e a cambiare posizione
  • Disturbi di alimentazione e deglutizione (talvolta indicati come disfagia)
  • Incontinenza urinaria e intestinale
  • Maggiore vulnerabilità alle infezioni, ad esempio la polmonite
  • Grave perdita di peso
  • Significativa perdita di memoria

Durante le fasi terminali, può essere necessaria l’assistenza a tempo pieno per lavarsi, vestirsi, usare il bagno, mangiare, bere e muoversi.

Quali sono i primi segnali del morbo di Alzheimer?

Uno dei primi segnali è dato dalla perdita di memoria. I pazienti possono diventare più smemorati del solito. Per fare alcuni esempi, essi dimenticano date e eventi importanti o conversazioni recenti. I pazienti affetti dai primi sintomi di Alzheimer sono soliti chiedere ripetutamente le stesse informazioni e affidarsi al supporto di note, appunti e promemoria sui telefoni cellulari.

Cause, fattori di rischio e aspettativa di vita

Sebbene sia ancora sconosciuta la causa scatenante del morbo di Alzheimer, esistono diversi fattori noti per aumentare il rischio di sviluppare tale condizione.

Cosa provoca il morbo di Alzheimer?

Si ritiene che la malattia di Alzheimer sia causata da un accumulo di proteine nel cervello che formano strutture anomale, dette “placche” e “grumi”. Gli scienziati non conoscono esattamente la causa scatenante di tale processo, ma la malattia inizia molti anni prima della comparsa dei sintomi.

Con la progressione della malattia, le cellule nervose nel cervello (neuroni) muoiono. Mentre la malattia attacca i neuroni, si verifica una riduzione dei messaggeri chimici (neurotrasmettitori) che sono responsabili dell’invio dei segnali tra le cellule cerebrali. Questi cambiamenti progressivi nel cervello influenzano la capacità del paziente di ricordare, pensare, comunicare e risolvere problemi.

L'Alzheimer è ereditario?

Molte persone sono preoccupate di prendere il morbo di Alzheimer, in particolare se un membro della famiglia ha sofferto di questa condizione. Tuttavia, una storia familiare di Alzheimer non implica necessariamente che altri membri della famiglia ne saranno colpiti. Mentre la genetica contribuisce al rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, l'effettivo aumento del rischio è considerato scarso. Gli scienziati hanno trovato versioni di oltre 20 geni diversi associati al rischio alterato di Alzheimer. Tuttavia, la ricerca ha concluso che possedere una di queste versioni può causare solo un minimo effetto sulla probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer.

Chi è colpito dal morbo di Alzheimer?

Anche se non è ancora esplicitamente noto ciò che innesca l’accumulo di proteine nel cervello che causa la malattia di Alzheimer, esistono diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare tale condizione. Questi fattori di rischio includono:

  • Età: è l’unico fattore di rischio più significativo. L’Alzheimer colpisce principalmente le persone di età superiore ai 65 anni. Infatti, è la causa più comune di demenza senile in tutto il mondo per gli individui di età compresa tra 65 e 85 anni. Dopo i 65 anni, la probabilità di sviluppare l’Alzheimer raddoppia ogni cinque anni. 
  • Sesso: le donne sono più colpite dalla demenza rispetto agli uomini. In realtà, le donne affette da demenza in tutto il mondo sono il doppio degli uomini. Gli scienziati non conoscono le ragioni esatte per cui le donne hanno maggiori probabilità di soffrire di Alzheimer. Due possibili motivi sono i seguenti: la tendenza delle donne a vivere mediamente più a lungo rispetto agli uomini, e l’esistenza di un legame tra il morbo di Alzheimer e la perdita dell’ormone estrogeno dopo la menopausa. Tuttavia, la ricerca sul legame tra Alzheimer e sesso dei pazienti è ancora in corso e diversi fattori ambientali e biologici sono oggetto di indagine. 
  • Storia familiare: i geni e la loro importanza sono ancora oggetto di ricerca, poiché c’è ancora molto da scoprire. Mentre la genetica può svolgere un ruolo nello sviluppo del morbo di Alzheimer, si ritiene che abbia scarsa importanza sul rischio. Tuttavia, in un numero estremamente limitato di famiglie, il morbo di Alzheimer rappresenta la malattia genetica dominante. In tali famiglie, la malattia tende a svilupparsi in giovane età, di solito tra i 35 e i 60 anni (indicato come morbo di Alzheimer precoce).
  • Sindrome di Down: i bambini nati con la sindrome di Down hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia di Alzheimer se raggiungono l’età adulta. Questo perché l’anomalia genetica nel cromosoma 21 dei pazienti affetti da sindrome di Down può causare l’accumulo di placche nel cervello, causa scatenante del morbo di Alzheimer.
  • Lesioni alla testa: vi è una crescente consapevolezza che le persone con gravi lesioni alla testa sono esposte ad un rischio più elevato di sviluppare l’Alzheimer. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche in merito a questo tema.
  • Stile di vita: secondo la ricerca, lo stile di vita ha un ruolo nel rischio aumentato di sviluppare il morbo di Alzheimer. Le persone con uno stile di vita sano hanno meno probabilità di sviluppare l’Alzheimer. Questo include una regolare attività fisica, una dieta sana ed equilibrata, l’astensione dal fumo, e l’assunzione di alcool solo entro i limiti raccomandati.
  • Condizioni di salute: molte di esse possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Queste includono diabete, ictus, disturbi cardiaci, ipertensione, colesterolo alto e obesità.

Le ultime ricerche suggeriscono che anche altri fattori possono essere correlati al rischio di sviluppare l’Alzheimer, come la depressione, l’isolamento sociale e la perdita dell’udito(3)

Per quanto tempo è possibile vivere con il morbo di Alzheimer?

L’aspettativa di vita varia notevolmente a seconda dell’età in cui si trova il paziente quando sviluppa la malattia. In media, i pazienti affetti da Alzheimer vivono tra i 3 e gli 11 anni dopo la diagnosi, ma alcuni possono sopravvivere oltre 20 anni. L’aspettativa di vita dei pazienti affetti da Alzheimer dipende dal momento in cui è avvenuta la diagnosi, se nella fase iniziale o successivamente. La malattia tende a svilupparsi lentamente e i sintomi peggiorano gradualmente nel corso di diversi anni. Il tasso di progressione varia notevolmente da un individuo all’altro.

 

Diagnosi

In caso di dubbi sulla perdita di memoria o sulle difficoltà di pianificazione e organizzazione, è consigliabile fissare un appuntamento dal medico. Ottenere una diagnosi accurata e tempestiva è il modo migliore per affrontare il morbo di Alzheimer e iniziare a programmare come affrontarlo. Essa garantisce inoltre l’accesso tempestivo al trattamento e al supporto adeguati.

 

Come è diagnosticato l'Alzheimer?

Non esiste un test specifico per diagnosticare il morbo di Alzheimer. Infatti la diagnosi si basa su una combinazione di valutazioni fisiche e mentali e su alcuni test.

Nella maggior parte dei casi, il medico di base rappresenta il primo contatto utile. Quest’ultimo ascolterà il paziente o le preoccupazioni del familiare ed effettuerà alcuni semplici controlli e alcuni test sulla capacità di pensiero e di memoria per valutare come funzionano le diverse parti del cervello.

Un test comune utilizzato dai medici locali in molti paesi è il GPCOG (General Practitioner Assessment of Cognition), un test per valutare le funzioni cognitive in Medicina Generale. Nonostante esso non sia in grado di restituire una diagnosi, il GPCOG può identificare disturbi di memoria che meritano ulteriori approfondimenti.

Possono essere richiesti gli esami del sangue al fine di escludere altre possibili cause dei sintomi; se necessario, il paziente sarà indirizzato verso un consulto specialistico.

È importante sottolineare che qualsiasi semplice test eseguito dal medico di base è solo preliminare. Se vi è un sospetto di Alzheimer, il paziente o il familiare responsabile per quest’ultimo sarà indirizzato verso uno specialista operante in ospedale o in clinica specializzata.

Test per diagnosticare l'Alzheimer

Attualmente, non esiste uno specifico test affidabile che diagnostichi con precisione il morbo di Alzheimer. Tuttavia, se il paziente si rivolge ad uno specialista di salute mentale e cerebrale in un ospedale o in una clinica specializzata, sarà sottoposto ad una valutazione neuropsicologica completa attraverso l’uso di diversi questionari e strumenti per ottenere una diagnosi accurata.

I test specialistici valuteranno le capacità mentali e cognitive, come la memoria, la concentrazione, l’intervallo di attenzione, la risoluzione di problemi e le capacità linguistiche.

Oltre a una serie di valutazioni cliniche, lo specialista potrà anche esaminare in modo più approfondito ciò che accade all’interno del cervello del paziente e consigliargli una TAC o una risonanza magnetica. Queste scansioni rilevano immagini dettagliate del cervello e aiutano lo specialista a valutare la presenza di eventuali danni cerebrali e, nel caso, la loro collocazione. Questo passaggio è importante, poiché una diagnosi accurata determinerà la scelta del miglior tipo di trattamento e supporto necessario. Essa può anche essere utile a prevedere eventuali disturbi futuri.

Trattamento e farmaci

Non esiste una cura per il morbo di Alzheimer. I farmaci aiutano a ridurre temporaneamente i sintomi, ma non sono in grado di eliminare completamente o prevenire la malattia principale.

Come è trattato il morbo di Alzheimer?

Farmaci

Esistono diversi farmaci che possono essere prescritti per il morbo di Alzheimer, allo scopo di alleviare alcuni dei sintomi.

nibitori dell'acetilcolinesterasi (AChE)
I principali trattamenti sono a base di inibitori dell'acetilcolinesterasi (AChE). Questi farmaci aumentano i livelli di acetilcolina, una sostanza presente nel cervello che supporta la comunicazione tra le cellule nervose. Possono essere prescritti da specialisti come neurologi o psichiatri, o da un medico, se consigliato da uno specialista. Gli inibitori AChE possono essere prescritti ai pazienti affetti da Alzheimer in fase precoce e intermedia; inoltre, sono utili come trattamento di mantenimento finché se ne ottiene un beneficio terapeutico. Come tutti i farmaci, essi presentano alcuni effetti indesiderati, tra cui nausea, vomito e perdita di appetito. In caso di dubbi sugli effetti indesiderati, è consigliabile consultare il medico o il farmacista.
Esistono tre diversi tipi di inibitori AChE. Alcuni pazienti rispondono meglio e sperimentano minori effetti indesiderati con un tipo che si presente maggiormente rispetto ad un altro. Il medico selezionerà il trattamento più appropriato per soddisfare ogni singola esigenza.
Antagonisti del recettore NMDA
Gli antagonisti del recettore NMDA sono una classe di farmaci che agisce bloccando la quantità eccessiva di glutammato, una sostanza chimica del cervello. Possono essere utilizzati per i pazienti affetti da Alzheimer in fase moderata o grave e prescritti ai pazienti in fase avanzata, che stanno già assumendo un AChE inibitore. Possono verificarsi alcuni effetti indesiderati, come mal di testa, vertigini e stitichezza, quindi è consigliabile rivolgersi al medico o al farmacista, in caso di dubbi.
Altri farmaci
Nelle fasi successive del morbo di Alzheimer, i pazienti sviluppano spesso gravi sintomi comportamentali e psicologici. Tra questi, si verifica la depressione in un primo momento, seguita da ansia, crescente agitazione, aggressività e allucinazioni. In questi casi, è consigliabile prescrivere alcuni farmaci.

Terapia

La terapia farmacologica non è l'unica opzione di trattamento per i pazienti affetti da Alzheimer. La terapia gioca un ruolo importante nella cura della demenza.

Terapia di stimolazione cognitiva (CST)
La terapia di stimolazione cognitiva (CST) è un modo conosciuto ed efficace per mantenere la mente dei pazienti il più attiva possibile. Si tratta di partecipare ad attività ed esercizi di gruppo mirati a migliorare la memoria e le capacità di risoluzione dei problemi. La CST spesso coinvolge sessioni di attività a tema per diverse settimane.
Riabilitazione cognitiva
Un'altra opzione terapeutica è la riabilitazione cognitiva. Ciò implica lavorare con un professionista, come un terapista occupazionale (OT), e forse un membro della famiglia o un amico stretto per svolgere le attività quotidiane. Permette ai pazienti di mantenere determinate competenze, rimanere il più indipendenti possibile e affrontare meglio la malattia giorno per giorno.
Storia di vita e lavoro di reminiscenza
Molti pazienti affetti da Alzheimer traggono beneficio dalla storia della propria vita e dal lavoro di reminiscenza. Questa forma di terapia consiste solitamente nel guardare vecchie fotografie, tenere in mano gli oggetti preferiti o ascoltare musica. Questi tipi di attività possono aiutare a migliorare l'umore e le sensazioni di benessere e implementare le capacità mentali. È un modo piacevole per i pazienti di condividere le loro esperienze di vita e i loro ricordi preziosi, incoraggiandoli a pensare al passato e parlare del ricordo di eventi importanti e persone care.

Intervento

L'intervento per il morbo di Alzheimer comprende terapie e attività, come l'allenamento della memoria, la stimolazione mentale e sociale, gli esercizi di orientamento e i programmi di attività fisica. Altri interventi non farmacologici possono includere la terapia artistica, la musicoterapia e il contatto con gli animali.

Non sono disponibili molte ricerche sull'efficacia degli interventi non farmacologici, ma gli esperti ritengono che possano migliorare le prestazioni cognitive, ritardare la perdita delle capacità mentali, aiutare i pazienti nel mantenere la loro indipendenza il più a lungo possibile e contribuire ad accrescere il benessere e la qualità di vita.

Gli interventi più appropriati dipendono da diversi fattori, quali:

  • I sintomi e la loro gravità
  • La progressione della malattia
  • Le cause di alcuni comportamenti
  • La storia e le circostanze di vita del paziente
  • La personalità

Dieta

Una dieta sana ed equilibrata è essenziale per qualsiasi persona, ma per i pazienti affetti da Alzheimer, un'alimentazione inadeguata può aumentare i sintomi comportamentali e causare la perdita di peso.

Generalmente, non occorre una dieta speciale per i pazienti affetti da Alzheimer, perciò si raccomandano le seguenti abitudini per una sana alimentazione:

  • Seguire una dieta equilibrata che includa una varietà di alimenti, tra cui verdura, frutta, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi e proteine magre.
  • Limitare gli alimenti contenenti grassi saturi (ad esempio burro, strutto, torte e biscotti, carni lavorate, etc.)
  • Cercare di ridurre gli zuccheri raffinati, anche se durante le fasi successive del morbo di Alzheimer, quando la perdita di appetito diventa un problema, l'aggiunta di zucchero può favorire l'appetito
  • Limitare gli alimenti contenenti alti livelli di sale

Con la progressione della malattia, la perdita di appetito e il grave calo di peso diventano problemi seri. Esistono diversi motivi per cui i pazienti affetti da Alzheimer potrebbero rifiutarsi di mangiare, cioè:

  • non riconoscere il cibo
  • essere incerti su come iniziare a mangiare
  • i nuovi farmaci o una variazione di dosaggio possono sopprimere l'appetito
  • la mancanza di attività fisica può ridurre l'appetito
  • un limitato senso dell'olfatto e del gusto causa il mancato apprezzamento del cibo

Se il paziente non mangia abbastanza e sta perdendo peso, il medico può suggerire l'assunzione di integratori tra un pasto e l'altro per aggiungere ulteriori calorie.

Nelle fasi intermedie e avanzate del morbo di Alzheimer, i pazienti possono avere difficoltà a deglutire ed essere esposti ad un elevato rischio di soffocamento durante la deglutizione, quindi è necessario che i familiari e gli assistenti siano attenti durante i pasti.

Attività fisica

L'esercizio fisico regolare è molto utile per i pazienti affetti da Alzheimer. Contribuisce a migliorare la forma fisica e l'umore, diminuire l'ansia, abbassare la pressione sanguigna, migliorare i livelli di zucchero nel sangue e mantenere il peso.

È importante scegliere un'attività che sia sicura e adatta al paziente e alle sue capacità. Un'attività leggera consiste in una breve passeggiata quotidiana, un pò di giardinaggio, yoga, tai chi o persinno danza.

Sono necessarie ulteriori ricerche per scoprire in quale misura l'aggiunta di attività fisica migliora la memoria o rallenta la progressione del morbo di Alzheimer. 

Prevenzione

Poiché la causa esatta del morbo di Alzheimer è ancora sconosciuta, non esiste un modo definitivo per prevenire completamente la malattia. Tuttavia, mantenere uno stile di vita il più sano possibile può aiutare a ridurre il rischio di insorgenza dell’Alzheimer. 

Le malattie cardiovascolari sono state associate ad un elevato rischio di Alzheimer, quindi si può trarre beneficio dai consigli per migliorare la salute cardiovascolare. Questi includono:

  • Smettere di fumare
  • Ridurre l’assunzione di alcool
  • Seguire una dieta sana e bilanciata, che comprenda cinque porzioni di frutta e verdura al giorno
  • Fare attività fisica regolare
  • Monitorare la pressione arteriosa 

Alcune ricerche hanno dimostrato che i tassi di demenza sono più bassi nelle persone che cercano di rimanere mentalmente e socialmente attive. Ciò potrebbe essere ottenuto tramite varie attività: fare volontariato nella comunità locale, partecipare ad attività di gruppo, leggere, socializzare con gli amici e sperimentare nuovi hobby.

Studi scientifici

Rimane ancora molto da capire sui fattori di rischio, la diagnosi e il trattamento efficace del morbo di Alzheimer. La ricerca sta aiutando scienziati, medici e la comunità sanitaria globale a costruire un quadro più dettagliato di ciò che accade nel cervello quando si sviluppa il morbo di Alzheimer.

In tutto il mondo sono in corso numerosi progetti di ricerca sul morbo di Alzheimer.

Nel 2020, sono state trattate 121 terapie uniche negli studi clinici per la malattia di Alzheimer, registrate nel database mondiale clinicaltrials.gov. La più ampia categoria di farmaci in questi studi clinici è rappresentata dagli agenti‐ modificanti la malattia, che puntano a curare l’insorgenza o la progressione del morbo di Alzheimer. Esiste anche un numero crescente di farmaci noti, usati come agenti riutilizzati poiché sviluppati per altre malattie, ma che possono anche trattare efficacemente l’Alzheimer.

I ricercatori intendono trovare un modo per interrompere o ritardare la progressione della malattia. È necessario lavorare di più in questo campo, ma nel frattempo sono stati fatti notevoli progressi nella comprensione del modo in cui il morbo di Alzheimer sconvolge il cervello. Ciò ha portato a potenziali opzioni di trattamento che “cortocircuitano” il processo della malattia. 

I futuri sviluppi del trattamento dell’Alzheimer possono includere una combinazione di diversi farmaci. Si tratta di un approccio simile al trattamento di alcuni tumori, dell’HIV e dell’AIDS, che comporta la somministrazione di diversi farmaci.

Le strategie di trattamento attualmente in fase di studio includono:

  • Farmaci per inibire l’accumulo della proteina beta-amiloide in placche, che sono una caratteristica del morbo di Alzheimer. Alcuni farmaci noti come anticorpi monoclonali possono prevenire la formazione di ammassi di placche o rimuoverli completamente.
  • Farmaci che impediscono FYN, una proteina del cervello che interagisce con il beta-amiloide innescando una perdita di connessioni tra le cellule nervose (sinapsi)
  • Farmaci sperimentali volti a bloccare l’attività di alcuni enzimi coinvolti nella produzione di beta-amiloide.
  • Modi per prevenire la torsione della proteina TAU, che causa la formazione di grovigli, fibre microscopiche che sono un’altra caratteristica comune del morbo di Alzheimer. Sono in corso studi clinici sugli inibitori della TAU e sui vaccini.
  • I ricercatori stanno esaminando in modo specifico l’infiammazione nel cervello tra le cause dell’ Alzheimer. È in fase di studio un farmaco che può stimolare il sistema immunitario a proteggere il cervello dalle proteine nocive.
  • Gli scienziati stanno studiando gli effetti dell’insulina sul cervello, la sua funzione e il modo in cui i livelli di essa possono influenzare il morbo di Alzheimer.
  • Diversi studi stanno esplorando la connessione tra lo sviluppo del morbo di Alzheimer e la salute cardiovascolare.
  • Occorre inoltre lavorare maggiormente sugli effetti dell’assunzione di ormoni per prevenire il morbo di Alzheimer. La ricerca iniziale sulla terapia a base di estrogeni per almeno un anno durante la perimenopausa o la menopausa precoce suggerisce che essa protegge il pensiero e i processi di memoria nelle donne esposte a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Lo sviluppo di nuovi trattamenti per il morbo di Alzheimer è un processo lento che richiede un’attenta e dettagliata ricerca e analisi. Mentre il ritmo può essere frustrante per i pazienti e le loro famiglie, che sono in attesa di nuove opzioni di trattamento, vi è una visione ottimista sui progressi per il miglioramento di diagnosi, trattamento e prevenzione del morbo di Alzheimer.

Fonti di riferimento

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