Esistono due tipi di ictus: ischemico ed emorragico. Scopri la causa dei due diversi tipi, i sintomi comuni e il modo in cui è diagnosticato e trattato l’ictus.

Cos'è l'ictus?

Un ictus (noto anche come infarto cerebrale) è una condizione medica grave che necessita di urgente attenzione.

Si verifica un ictus nel momento in cui il cervello non riceve l’apporto di sangue necessario, limitandone quindi la quantità di ossigeno. Ciò accade poiché l’afflusso di sangue al cervello è bloccato o un vaso sanguigno nel cervello si rompe.

Senza un trattamento di emergenza, i gruppi di cellule cerebrali coinvolti possono essere danneggiati o morire a causa della mancanza di ossigeno. Ciò può causare la disabilità o il decesso. Prima si riceve il giusto trattamento, migliori sono le possibilità di recupero.

Quali sono i principali tipi di ictus?

Esistono due tipi principali di ictus:

  • Ictus ischemico: è la forma più comune di ictus, che costituisce circa l’80% dei casi(1). È causato da un coagulo di sangue che causa un’occlusione e interrompe l’apporto di sangue al cervello.
  • Ictus emorragico: si verifica la rottura di un vaso sanguigno che rifornisce il cervello, causando un’emorragia all’interno di esso o nelle aree circostanti.

Attacco ischemico transitorio (TIA)

Alcune persone subiscono un TIA prima di un vero e proprio ictus. I sintomi di TIA sono gli stessi dell’ictus, ma hanno solo breve durata, perciò esso è spesso definito “mini ictus”. Anche se gli effetti di un TIA non sono così duraturi come quelli di un ictus completo, esso è indice di un rischio maggiore di ictus nel prossimo futuro.

Quante persone hanno subito l'ictus?

Lo studio Burden of Stroke in Europe del 2020 ha rilevato che nel 2017 si sono verificati 1,2 milioni di ictus nell’Unione Europea(2). Esso ha inoltre previsto che il numero di persone che subiranno l’ictus nei prossimi tre decenni (2017-2047) aumenterà del 27%, principalmente a causa dell’invecchiamento della popolazione e dei maggiori tassi di sopravvivenza.

Sintomi

I sintomi principali dell’ictus colpiscono il viso, le braccia e il linguaggio. Ma l’ictus è diverso in ogni individuo e i sintomi dipendono dalla parte di cervello colpita e dalla gravità della lesione del tessuto cerebrale.

Quali sono i sintomi dell'ictus?

Le tre aree principali colpite dall’ictus sono:

  1. Il viso: è comune che esso si inclini da un lato durante l’ictus. Ciò è più evidente quando la persona sta sorridendo, quindi in caso di dubbi, chiederle di sorridere e verificare se il suo viso si inclina da un lato.
  2. Le braccia: spesso si verifica debolezza o intorpidimento nelle braccia. Se la persona non è in grado di sollevare e tenere le braccia in alto, può essere un segnale di ictus.
  3. Il linguaggio: l’eloquio confuso o farfugliato è spesso uno dei primi sintomi evidenti. A volte si verifica la perdita completa del linguaggio.

Altri possibili sintomi possono includere:

  • Paralisi su un lato del corpo
  • Difficoltà visive
  • Difficoltà a capire gli altri
  • Difficoltà di equilibrio e coordinazione
  • Capogiri
  • Perdita di coscienza
  • Confusione

Quali sono le fasi dell'ictus?

Non esistono fasi prestabilite associate all’ictus; tuttavia, alcune persone subiscono un attacco ischemico transitorio (TIA), che può essere un segnale di avvertimento di un imminente ictus. Il TIA è anche detto ‘mini ictus’ perché i sintomi sono gli stessi ma, poiché l’interruzione del sangue al cervello è temporanea, la sua durata è limitata.

Un TIA non danneggia le cellule cerebrali o causa un’invalidità permanente, ma esso è indice di un rischio maggiore di ictus nel prossimo futuro.

Non tutti coloro che hanno un ictus subiscono prima un TIA; se ciò accade, è fondamentale ricevere immediatamente assistenza medica, in quanto potrebbe essere un segnale di ictus imminente. In uno studio sui pazienti colpiti da ictus, pubblicato sulla rivista medica Neurology, sono state esaminate 2.416 persone che avevano subito un ictus ischemico(3). Di questi, 549 hanno avuto prima un TIA, e la maggior parte di essi ha subito un ictus entro sette giorni.

I sintomi del TIA includono:

  • Sensazione di intorpidimento o debolezza su un lato del corpo
  • Difficoltà a parlare o a capire
  • Difficoltà visive
  • Forti mal di testa
  • Confusione
  • Vertigini o perdita di equilibrio

Conseguenze a lungo termine dell'ictus

Vi sono una serie di disturbi mentali e fisici che possono insorgere in seguito ad un ictus(4). Questi includono:

  • Disabilità lieve, moderata o grave
  • Compromissione delle funzioni cerebrali, incluse la memoria e le capacità di pensiero
  • Disturbi di salute mentale, come la depressione e l’ansia

Quali sono i segnali precoci dell'ictus?

Il test FAST è spesso usato per aiutare a identificare un ictus. Esso esamina le tre principali aree del corpo interessate: faccia, braccia e linguaggio, come descritto nella sezione sui sintomi. Se uno qualsiasi di questi segnali è presente, è il momento di chiamare l’ambulanza per avere assistenza medica immediata.

Ricordate il termine FAST, acronimo che racchiude i segnali da controllare:

  • Viso: è cadente o intorpidito, o il sorriso è asimmetrico.
  • Braccia: un braccio è debole o intorpidito, o è difficile tenere le braccia sollevate.
  • Linguaggio: l’eloquio è confuso o difficile da capire.
  • Tempo: in presenza di almeno uno di questi sintomi, è il momento di chiamare l’ambulanza.

Tutti gli episodi di ictus sono diversi, e i tre sintomi ‘FAST’ possono essere accompagnati da uno o più dei sintomi aggiuntivi elencati nella sezione dedicata alle fasi dell’ictus.

Cause, fattori di rischio e aspettativa di vita

Gli ictus possono essere ischemici (quando l’apporto di sangue al cervello è interrotto) o emorragici (quando si verifica un’emorragia nel cervello o nelle aree circostanti). La possibilità di subire un ictus aumenta con l’età, e le persone anziane hanno una minore possibilità di sopravvivenza.

Cosa provoca l'ictus?

Gli ictus sono causati da un’interruzione dell’apporto di sangue al cervello, che avviene in modi diversi a seconda del tipo di ictus.

L'ictus ischemico

Negli ictus ischemici, un’occlusione interrompe l’apporto di sangue al cervello. Ciò può essere causato da un coagulo di sangue che si forma in un’arteria collegata al cervello o in un piccolo vaso sanguigno in profondità all’interno di esso. Può anche essere il risultato di un coagulo, originatosi altrove, che si dirige al cervello attraverso il flusso sanguigno.   

L'ictus emorragico

Un ictus emorragico è anche detto emorragia o sanguinamento cerebrale, poiché è causato da una perdita di sangue nel cervello o nelle aree circostanti. Questo può avvenire in due modi:

  1. Emorragia intracerebrale: un vaso sanguigno all’interno del cervello si rompe e causa un’emorragia nel cervello.
  2. Emorragia subaracnoidea: un vaso sanguigno sulla superficie del cervello si rompe, causando un’emorragia nell’area tra il cervello e il cranio.

L'ictus è ereditario?

La probabilità di ictus è più alta per le persone con una storia familiare, ma si ritiene che siano i fattori di rischio ad essere ereditari (come la pressione alta e il diabete), piuttosto che l'ictus stesso(5).

Chi può subire un ictus?

Il rischio di subire un ictus dipende da fattori non modificabili, cioè non variabili, o modificabili, cioè il comportamento e le scelte personali possono influenzarli. 

I due fattori non modificabili, che si riferiscono cioè alla persona e possono influenzare il rischio di ictus, sono:

  • Età avanzata: il rischio di ictus aumenta con l’età e raddoppia ogni decennio dopo i 55 anni.
  • Genere: in media, gli uomini subiscono l’ictus circa quattro anni prima delle donne, e l’incidenza dell’ictus negli uomini è superiore del 33%. Tuttavia, le donne hanno maggiori probabilità di subire un ictus grave rispetto agli uomini.

I fattori di rischio modificabili, cioé quelli su cui si può agire e avere il controllo, includono:

  • Eccesso di alcool: il consumo eccessivo di alcool aumenta la pressione sanguigna(6), che è uno dei maggiori fattori di rischio per l’ictus.
  • Fumo: aumenta il rischio di tutti i tipi di ictus per gli uomini e le donne(7).
  • Obesità: il sovrappeso aumenta il rischio di pressione alta, malattie cardiache e diabete di tipo 2, fattori che possono incrementare il rischio di ictus.
  • Diabete: la ricerca mostra che le persone affette da diabete di tipo 2 hanno maggiori probabilità di subire l’ictus(8).
  • Pressione sanguigna alta: è uno dei principali fattori di rischio dell’ictus ed è strettamente legato all’alcool, al fumo e al sovrappeso. Una pressione di 140/90 o superiore può danneggiare i vasi sanguigni che apportano sangue al cervello.

Le malattie cardiache rappresentano un altro fattore di rischio significativo, essendo una delle principali cause di morte a seguito di ictus. Se la malattia cardiaca è ereditaria, questo fattore di rischio è non modificabile, ma alcune persone sono in grado di cambiare il loro comportamento per ridurre il rischio di malattia cardiaca, e quindi il rischio di ictus.

Quanto tempo si può vivere con l'ictus?

Analizzando i tassi di sopravvivenza a seguito di ictus, l’età è uno dei fattori più influenti: la ricerca ha dimostrato che il rischio di morte da ictus raddoppia ogni 10 anni di età(9). Un altro fattore significativo è il periodo di tempo trascorso dall’ictus. Uno studio ha associato l’ictus ad un aumento quintuplicato del rischio di morte nel periodo tra quattro settimane e un anno dall’episodio di ictus, rispetto alla popolazione generale, e un aumento doppio dopo un anno(10).

Tuttavia, i tassi di sopravvivenza sono notevolmente migliorati nell’ultimo decennio grazie ai nuovi trattamenti e alle migliori cure per l’ictus(11). Un trattamento tempestivo aiuta ad aumentare le possibilità di sopravvivenza e a ridurre il rischio di effetti a lungo termine.

Diagnosi

Per offrire migliori possibilità di recupero, i medici devono confermare la diagnosi di ictus il più rapidamente possibile

Come è diagnosticato l'ictus?

La diagnosi è elaborata grazie ad una serie di test per identificare eventuali condizioni di salute che favoriscono l’ictus (come la pressione alta) e a scansioni cerebrali, per avere una visione migliore della situazione all’interno del cervello.

Test per diagnosticare l'ictus

Se i medici sospettano un ictus, cercheranno di effettuare uno dei seguenti tipi di scansione cerebrale entro un’ora dall’arrivo in ospedale:

  • Tomografia computerizzata (CT): sono utilizzate immagini multiple per creare una visione completa in 3D del cervello. Le scansioni CT sono di solito più veloci delle scansioni MRI, poiché consentono un tempestivo inizio del trattamento e mostrano in modo più efficace la differenza tra ictus ischemico ed emorragico.
  • Risonanza magnetica (MRI): sono usati campi magnetici e onde radio per offrire un’immagine dettagliata dell’interno del cervello. Questo tipo di scansione è usato sui pazienti che hanno subito un TIA. È in grado di mostrare in modo dettagliato il tessuto cerebrale e identificare le più piccole aree colpite da ictus.

Altri test che possono essere utili nella diagnosi di un ictus sono:

  • Esami del sangue: per controllare il colesterolo e i livelli di zucchero nel sangue
  • Pressione sanguigna: se alta, potrebbero essere necessari dei farmaci per ridurre il rischio di un ulteriore ictus
  • Misurazione del polso: per controllare i battiti cardiaci irregolari
  • Elettrocardiogramma (ECG): per mostrare se il battito cardiaco irregolare può aver causato l’ictus

Trattamento e farmaci

Rehabilitation und Genesung nach einem Schlaganfall brauchen Zeit. Der Prozess ist für jeden Patienten anders und beinhaltet in der Regel ein Team von Spezialisten, die Ziele setzen, auf die hingearbeitet wird. Es ist wichtig, sich aktiv am Rehabilitationsplan zu beteiligen, um die bestmögliche Chance auf Genesung zu erhalten.

Come è trattato l'ictus?

Ogni ictus è diverso, quindi il trattamento e il recupero variano notevolmente da un individuo all’altro. Spesso il recupero richiede diversi mesi, o addirittura anni per alcuni pazienti sopravvissuti all’ictus. Esso inizia in ospedale e spesso coinvolge una serie di specialisti che aiuteranno a stabilire gli obiettivi da ottenere, come parte integrante del processo di recupero.

Esso può comportare ulteriori test per aiutare i medici a capire le eventuali necessità. I test potrebbero includere:

  • Test di deglutizione: è comune avere difficoltà di deglutizione a seguito di ictus, quindi i medici possono eseguire alcuni test per accertarsi che il paziente possa mangiare e bere in sicurezza.
  • Valutazione della mobilità: mostrerà l’entità dell’impatto fisico causato dall’ictus e identificherà il tipo di aiuto necessario.
  • Valutazioni comunicative e cognitive: l’ictus può influenzare la capacità del cervello di comprendere, organizzare e immagazzinare informazioni. I test cognitivi iniziali sono effettuati in ospedale; si possono verificare ulteriori valutazioni lungo il processo, al fine di controllare il modo in cui il cervello è stato compromesso a lungo termine.
  • Test dello stato di nutrizione e idratazione: evidenzia eventuali carenze nutrizionali e controlla lo stato di disidratazione.
  • Valutazione della continenza: i disturbi alla vescica e all’intestino sono uno degli effetti collaterali più sgraditi dell’ictus, ma di solito possono essere migliorati con i giusti consigli. Una valutazione della continenza permetterà ai medici di fornire i migliori consigli e trattamenti.

Farmaci

Una serie di farmaci può essere usata per trattare l'ictus. Si possono scegliere diverse opzioni a seconda del tipo di ictus.

Farmaci per l'ictus ischemico

In una situazione di emergenza, di solito si usa un farmaco trombolitico, che ha la funzione di frantumare il coagulo. Tale farmaco dissolve i coaguli e permette al sangue di fluire di nuovo al cervello; esso può avere un effetto positivo sulla riduzione dei danni, se è somministrato entro poche ore dall'insorgenza dell'ictus.

Altri trattamenti possono essere utilizzati in seguito per aiutare a prevenire ulteriori episodi di ictus:

  • Agenti antipiastrinici: sono utilizzati per aiutare a prevenire la formazione di ulteriori coaguli nel sangue.
  • Anticoagulanti: cambiano la composizione chimica del sangue per ridurre la possibilità di formazione di altri coaguli.
  • Farmaci per la pressione sanguigna: sono somministrati ai pazienti con la pressione alta, per aiutare a ridurre il rischio di ulteriori ictus.
  • Statine: aiutano ad abbassare i livelli (alti o bassi che siano) di colesterolo e possono ridurre il rischio di ulteriori ictus.

Farmaci per ictus emorragici

Se il paziente ha subito un ictus emorragico, i medici possono raccomandare i farmaci per la pressione sanguigna per aiutare a ridurre il rischio di ulteriori ictus. Se il paziente assumeva già anticoagulanti, sarà necessario un trattamento per invertirne gli effetti e ridurre la possibilità di ulteriori sanguinamenti.

Terapia

Gli effetti a lungo termine dell'ictus possono essere di ampia portata: una serie di terapie possono avere un impatto significativo sul processo di recupero e riabilitazione. Ogni paziente si riprende in modo diverso, richiedendo il supporto di vari specialisti. Questi possono includere:

  • Fisioterapisti: le continue conseguenze fisiche dell'ictus possono includere disturbi di equilibrio e coordinazione, debolezza muscolare e paralisi su un lato del corpo. Un fisioterapista può essere utile per impostare esercizi regolari e fornire obiettivi su cui lavorare.
  • Psicologi: è molto normale per le persone provare stress, ansia, depressione o rabbia a seguito di ictus. Sessioni regolari di consulenza possono aiutare i pazienti ad affrontare questi sentimenti e ad accettarne l'impatto sulle relazioni personali più strette.
  • Terapisti occupazionali: molte attività quotidiane possono diventare complicate dopo un ictus. Un terapista occupazionale può offrire consigli sul modo in cui adattare la casa o usare attrezzature specialistiche, al fine di permettere ai pazienti di mantenere la loro indipendenza.
  • Terapisti della parola e logopedisti: molte persone hanno difficoltà di comunicazione dopo un ictus. Un terapista della parola e un logopedista possono insegnare al cervello come comunicare di nuovo.
  • Altri specialisti: la terapia dopo un ictus può anche includere l'aiuto di altri specialisti, come un dietologo o un oculista.

Intervento

Varie procedure chirurgiche possono essere utilizzate per trattare l'ictus. La procedura appropriata dipenderà dalla causa dell'ictus.

Intervento per ictus ischemico

  • Trombectomia: è talvolta usata nei casi di grave ictus ischemico causato da un coagulo di sangue in una grande arteria del cervello. Si tratta di una procedura d'urgenza attuata immediatamente dopo l'ictus. Un catetere è inserito in un'arteria e un piccolo dispositivo è utilizzato per rimuovere il coagulo di sangue che ha causato l'ictus.
  • Endoarterectomia carotidea: questo intervento può essere utilizzato in alcuni ictus ischemici causati da un restringimento della carotide, che porta il sangue dal collo al cervello. Consiste nel praticare un taglio nel collo e asportare i depositi di grasso nell'arteria.

Intervento per ictus emorragico

  • Craniotomia: l'intervento comporta la rimozione del sangue dal cervello e la riparazione di eventuali vasi sanguigni.
  • Chirurgia con shunt: è una procedura chirurgica utilizzata quando l'ictus causa l'accumulo di liquido nelle cavità del cervello, condizione detta idrocefalo. Il liquido in eccesso è drenato dal cervello usando un catetere di scarico, detto "shunt".

Dieta

Seguire una dieta sana è fondamentale dopo un ictus. La dieta può giocare un ruolo chiave nel recupero, aiutando a controllare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo e mantenere un peso corretto. Questo ridurrà anche il rischio di avere un altro ictus. I pazienti sopravvissuti all'ictus dovrebbero seguire una dieta ricca di cereali, verdura e frutta, oltre a latticini sani e fonti proteiche come yogurt, carne magra, pesce, legumi, noci e semi. Occorre inoltre ridurre l'assunzione di cibi lavorati, grassi saturi e trans.

Un uso eccessivo del sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna. L'assunzione di sale può essere ridotta evitando gli alimenti lavorati, spesso ricchi di sale, e resistendo all'impulso di aggiungerlo al cibo.

Attività fisica

Vi sono molteplici benefici nel rimanere fisicamente attivi dopo un ictus. Questi includono:

  • Aumento del senso di fiducia e benessere
  • Miglioramento della forza e della coordinazione muscolare
  • Mantenimento del cuore e delle arterie in una condizione sana
  • Riduzione della pressione sanguigna
  • Stabilizzazione dei livelli di zucchero nel sangue
  • Abbassamento del colesterolo nel sangue
  • Mantenimento del peso
Può essere snervante tornare ad essere attivi dopo un ictus, specialmente quando il corpo non è più forte come in passato. Fare piccoli passi può essere l'approccio migliore, e un fisioterapista può offrire consigli su come iniziare lentamente e progredire nel tempo.

Prevenzione

Diversi semplici cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a ridurre il rischio di ictus:

  • Smettere di fumare: gli studi dimostrano che smettere di fumare riduce la possibilità di subire l’ictus(12). E non è mai troppo tardi per smettere: la ricerca mostra che continuare a fumare dopo l’ictus aumenta il rischio di recidiva(13).
  • Ridurre l’assunzione di alcol: un consumo eccessivo di alcol può aumentare il rischio di ictus, quindi occorre limitare l’alcool e distribuire le unità nel corso della settimana.
  • Seguire una dieta sana: una dieta sana aiuterà a tenere sotto controllo altri fattori di rischio, come l’obesità e la pressione alta.
  • Praticare un’attività fisica regolare: non solo l’esercizio aiuta a mantenere un peso corporeo corretto, ma la ricerca indica che l’attività fisica regolare è associata ad una riduzione del rischio di ictus del 25-30%(14).
  • Sottoporsi a controlli regolari: condizioni mediche come il diabete, la pressione alta e il colesterolo alto possono causare l’indurimento e il restringimento delle arterie, aumentando la possibilità di occlusione, causa di ictus. Visite regolari possono aiutare a mantenere il controllo su questi fattori di rischio.

Studi scientifici

Una serie di ricerche è stata eseguita per sviluppare nuovi e più efficaci trattamenti, e gli scienziati sono particolarmente interessati a scoprire i modi per ripristinare il flusso di sangue al cervello e proteggere le cellule cerebrali dalla morte dopo l’ictus. Altre aree di interesse nel campo del trattamento includono la ricerca dei modi per migliorare la riabilitazione e il recupero post-ictus.

Per quanto riguarda la prevenzione dell’ictus, i ricercatori stanno cercando di capirne meglio i fattori di rischio. Le tecniche di imaging sono anche utilizzate nel tentativo di comprendere meglio il modo in cui l’ictus colpisce il cervello.

Fonti di riferimento

  1.  Donkor ES. Stroke in the 21st Century: A Snapshot of the Burden, Epidemiology, and Quality of Life. Stroke Res Treat. 2018;2018:3238165. doi:10.1155/2018/3238165
  2.  Wafa HA, Wolfe CDA, Emmett E, Roth GA, Johnson CO, Wang Y. Burden of stroke in Europe – thirty-year projections of incidence, prevalence, deaths, and disability-adjusted life years. Stroke. 2020;51(8):2418-2427. doi:10.1161/STROKEAHA.120.029606
  3.  Rothwell PM, Warlow CP. Timing of TIAs preceding stroke: time window for prevention is very short. Neurology. 2005;64(5):817-820. doi:10.1212/01.WNL.0000152985.32732.EE
  4.  Crichton SL, Bray BD, McKevitt C, et al. Patient outcomes up to 15 years after stroke: survival, disability, quality of life, cognition and mental health. Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry 2016;87:1091-1098. doi:10.1136/jnnp-2016-313361
  5.  National Institute of Neurological Disorders and Stroke. Brain basics: preventing stroke. Updated April 16, 2020. Accessed February 2021. https://www.ninds.nih.gov/Disorders/Patient-Caregiver-Education/Preventing-Stroke
  6.  Donkor ES. Stroke in the 21st century: a snapshot of the burden, epidemiology, and quality of life. Stroke Res Treat. 2018;2018:3238165. doi:10.1155/2018/3238165
  7.  Millwood IY, Walters RG, Mei XW et al. Conventional and genetic evidence on alcohol and vascular disease aetiology: a prospective study of 500 000 men and women in China. Lancet. 2019;393(10183):1831-1842. doi:10.1016/S0140-6736(18)31772-0
  8.  Pan B, Jin X, Jun L, Qiu S, Zheng Q, Pan M. The relationship between smoking and stroke. Medicine (Baltimore). 2019;98(12):e14872. doi:10.1097/MD.0000000000014872
  9. Chen R, Ovbiagele B, Feng W. Diabetes and stroke: epidemiology, pathophysiology, pharmaceuticals and outcomes. Am J Med Sci. 2016;351(4):380-386. doi:10.1016/j.amjms.2016.01.011
  10.  Shavelle R, Brooks J, Strauss D, Towfighi A. Long-term survival prognosis after stroke.

    A practical guide for clinicians. Practical Neurology. Published February 2020. Accessed February 2021. https://practicalneurology.com/articles/2020-feb/long-term-survival-prognosis-after-stroke

  11.  Brønnum-Hansen H, Davidsen M, Thorvaldsen P. Long-term survival and causes of death after stroke. Stroke. 2001;32(9):2131-2136. doi:10.1161/hs0901.094253
  12.  Determinants of the decline in mortality from acute stroke in England: linked national database study of 795 869 adults BMJ 2019; 365 doi:10.1136/bmj.l1778
  13.  Pan B, Jin X, Jun L, Qiu S, Zheng Q, Pan M. The relationship between smoking and stroke. Medicine (Baltimore). 2019;98(12):e14872. doi:10.1097/MD.0000000000014872
  14. Chen J, Li S, Zheng K et al. Impact of smoking status on stroke recurrence. J Am Heart Assoc. 2019;8(8):e011696. doi:10.1161/JAHA.118.011696
  15. Gallanagh S, Quinn TJ, Alexander J, Walters MR. Physical activity in the prevention and treatment of stroke. ISRN Neurol. 2011;2011:953818. doi:10.5402/2011/953818
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