{"id":26023,"date":"2023-04-20T13:11:05","date_gmt":"2023-04-20T13:11:05","guid":{"rendered":"https:\/\/www.neuraxpharm.com\/it\/?p=26023"},"modified":"2023-04-20T13:11:05","modified_gmt":"2023-04-20T13:11:05","slug":"cosa-e-necessario-sapere-sullepilessia-mioclonica-giovanile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.neuraxpharm.com\/it\/blog\/cosa-e-necessario-sapere-sullepilessia-mioclonica-giovanile","title":{"rendered":"Cosa \u00e8 necessario sapere sull\u2019Epilessia mioclonica giovanile"},"content":{"rendered":"

\u00a0<\/strong><\/p>\n

Che cos\u2019\u00e8 l\u2019Epilessia Mioclonica Giovanile?<\/strong><\/h2>\n

L\u2019Epilessia Mioclonica Giovanile (JME) \u00e8 classificata tra le Epilessie Generalizzate Idiopatiche, cio\u00e8 tra le epilessie dovute esclusivamente a predisposizione genetica (1). Si manifesta in adolescenti e giovani adulti del tutto normali, con una et\u00e0 di esordio che va dai 10 ai 25 anni. Tutti i pazienti presentano delle scosse miocloniche<\/strong>, che danno il nome alla sindrome, cio\u00e8 delle scosse rapide in flessione degli arti superiori (2), pi\u00f9 raramente anche degli inferiori, soprattutto al mattino al risveglio, favorite dalle perdite di sonno. E\u2019 molto caratteristico presentare le scosse miocloniche al mattino durante il breakfast o quando si \u00e8 al bagno per lavarsi. Talora le scosse miocloniche possono essere asimmetriche o addirittura essere presenti solo da un lato del corpo (3).<\/p>\n

La maggior parte dei pazienti presenta crisi generalizzate tonico-cloniche<\/strong>; anche queste crisi tendono a presentarsi, ma non in modo esclusivo, al mattino al risveglio e sono favorite dalla carenza di sonno o se casualmente il paziente viene svegliato prima di avere terminato il sonno.<\/p>\n

Circa un terzo dei pazienti presenta anche delle assenze, in genere pi\u00f9 brevi di quelle che si osservano nei pazienti in et\u00e0 infantile (4).<\/p>\n

L\u2019iter diagnostico prevede la esecuzione dell\u2019esame EEG, che metter\u00e0 in evidenza delle brevi scariche di complessi Punta-Onda e Poli-Punta-Onda generalizzati. Talora tali anomalie non vengono riscontrate nell\u2019EEG di routine, ma se si esegue una registrazione notturna \u00e8 costante il riscontro delle anomalie nelle ore del mattino in prossimit\u00e0 del risveglio. Alcuni pazienti sono anche fotosensibili e presentano scariche epilettiformi alla prova della Stimolazione Luminosa Intermittente.<\/p>\n

Quali sono le cause?<\/strong><\/a><\/h2>\n

Si tratta di una forma \u201cidiopatica\u201d, cio\u00e8 dovuta a predisposizione genetica e quindi senza apparenti lesioni cerebrali. In circa il 20-30% dei casi vi sono altri componenti della famiglia che hanno presentato manifestazioni di natura epilettica . L\u2019associazione mioclonie e crisi generalizzate tonico-cloniche ad esordio nell\u2019epoca puberale \u00e8 molto suggestiva e tipica di questa sindrome. Tuttavia il paziente non sempre da importanza alle scosse miocloniche, che spesso non vengono rilevate dai genitori. D\u2019altra parte crisi generalizzate tonico-cloniche possono essere dovute ad altre cause. Per tali motivi \u00a0\u00e8 consigliato eseguire indagini neuroradiologiche, in particolare la Risonanza Magnetica, per arrivare ad una diagnosi precisa.<\/p>\n

Quali sono i fattori che innescano le crisi?<\/strong><\/h2>\n

Come gi\u00e0 accennato questa forma di epilessia \u00e8 molto sensibile alla deprivazione di sonno e le crisi sono concentrate, anche se non in tutti i pazienti, nella prima ora dal risveglio. Questo dato \u00e8 molto importante soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che questa forma di epilessia si manifesta in pazienti in et\u00e0 puberale-adolescenziale, cio\u00e8 ragazzi che tendono \u201cfisiologicamente\u201d ad andare a letto tardi, che hanno difficolt\u00e0 ad addormentarsi ed al mattino devono svegliarsi presto per andare a scuola, all\u2019universit\u00e0, al lavoro. Bisogna perci\u00f2 raccomandare ai pazienti, di dormire un sufficiente numero di ore, tenendo presente che un adolescente dovrebbe dormire almeno 8-9 ore per notte. Oltre ad evitare la carenza di sonno, i pazienti dovrebbero prendersi un adeguato periodo di tempo al mattino tra il risveglio e la effettuazione di attivit\u00e0 potenzialmente pericolose, come guidare l\u2019auto o la motocicletta, o praticare sport pericolosi.<\/p>\n

In alcuni pazienti le crisi possono essere scatenate dalle stimolazioni luminose intermittenti, quali le luci delle discoteche o in auto se si passa in viali alberati con effetto di alternanza luce-ombra. Un tempo vi erano molti rischi se ci si avvicinava allo schermo televisivo in quanto gli apparecchi con tubo catodico emanavano una luce intermittente. Gli schermi televisivi moderni sono molto meno pericolosi.<\/p>\n

Molti pensano che l\u2019assunzione di alcol favorisca le crisi. In realt\u00e0 una assunzione di alcol in quantit\u00e0 modica non sembra comportare particolari rischi. La assunzione di alcol in quantit\u00e0 eccessiva pu\u00f2 invece facilitare le crisi, soprattutto perch\u00e9 disturba il sonno e quindi contribuisce ad una sua carenza.<\/p>\n

E\u2019 una condizione per la vita? Pu\u00f2 migliorare o peggiorare?<\/strong><\/h2>\n

La maggior parte delle epilessie idiopatiche sono et\u00e0 dipendenti, cio\u00e8 esordiscono ad una data et\u00e0 ed a una successiva et\u00e0 scompaiono spontaneamente. Questo succede per le forme infantili, che tendono a scomparire con l\u2019arrivo della et\u00e0 puberale, epoca in cui ci sono cambiamenti nella maturazione del nostro cervello molto importanti. La Epilessia Mioclonica Giovanile esordisce invece in et\u00e0 puberale-adolescenziale e persiste in et\u00e0 adulta. Non \u00e8 possibile stabilire perci\u00f2 una et\u00e0 precisa di scomparsa delle crisi. Con la terapia si raggiunge un controllo delle crisi secondo le varie casistiche che varia dal 65 al 90% dei casi, soprattutto nei pazienti di sesso maschile (5), (6). Il farmaco pi\u00f9 efficace \u00e8 infatti l\u2019Acido Valproico, che nelle donne pu\u00f2 avere importanti effetti avversi.<\/p>\n

Sembra che i pazienti pi\u00f9 resistenti al trattamento siano quelli che, oltre alle mioclonie ed alle crisi tonico-cloniche generalizzate, presentano anche assenze.<\/p>\n

I pazienti, dopo almeno 3 anni liberi da crisi, provano una lenta diminuzione della terapia; in genere solo un terzo riesce ad arrivare a sospendere la terapia, ma la maggior parte presenta una recidiva di crisi. La percentuale dei pazienti che riesce a restare senza terapia farmacologica e libero da crisi \u00e8 per\u00f2 bassa, non pi\u00f9 del 10-20% del totale dei pazienti (7).<\/p>\n

E\u2019 importante dare sin dalla prima visita questo tipo di informazione ai pazienti. Ovvero che si tratta di una epilessia che persister\u00e0 per molti anni, se non per tutta la vita, ma che, nella maggior parte dei casi, si riesce a controllare le crisi con una terapia farmacologica assunta in modo costante e con un corretto stile di vita. Bisogna anche dare le raccomandazioni circa il rispetto delle ore di sonno. E\u2019 necessario insistere nella comunicazione al paziente che, se vi \u00e8 il rispetto di tutte queste norme, si otterr\u00e0 il controllo delle crisi e quindi il paziente non avr\u00e0 limitazioni nelle sue attivit\u00e0: potr\u00e0 guidare l\u2019auto, lavorare, sposarsi, avere figli, ecc\u2026<\/p>\n

Dire ai pazienti che questa forma di epilessia, come altre forme di epilessia idiopatica, tender\u00e0 a scomparire pu\u00f2 essere pericoloso. Infatti gli adolescenti hanno difficolt\u00e0 ad accettare la malattia e soprattutto ad assumere cronicamente i famaci. In questa forma di epilessia una cattiva compliance \u00e8 infatti molto frequente. Il non rispetto delle regole sul sonno, associato ad una scarsa compliance della terapia, \u00e8 la causa pi\u00f9 frequente di recidiva delle crisi.\u00a0 I pazienti vanno perci\u00f2 resi responsabili e consapevoli della importanza di una adesione al trattamento farmacologico. Non dobbiamo infatti dimenticare che la malattia esordisce in et\u00e0 puberale-adolescenziale e che questa diagnosi arriva quando il ragazzo si sta affacciando alla vita adulta, cio\u00e8 ad una vita sempre pi\u00f9 autonoma. Ma gli adolescenti hanno una spiccata impulsivit\u00e0 e questo pu\u00f2 portarli a pensare di non avere bisogno della terapia. La difficolt\u00e0 ad accettare la terapia, unita alla carenza di sonno, \u00e8 responsabile della alta incidenza di incidenti nei pazienti con Epilessia Mioclonica Giovanile.<\/p>\n

Trattamento della JME; problemi nel genere femminile.<\/strong><\/h2>\n

Dai dati della letteratura risulta che il farmaco pi\u00f9 efficace \u00e8 l\u2019Acido Valproico ( VPA). Tutte le casistiche pubblicate in letteratura riportano una netta superiorit\u00e0 di questo farmaco rispetto agli altri antiepilettici, quali il Levetiracetam, la Lamotrigina, il Topiramato, il Perampanel, soprattutto nei confronti delle crisi generalizzate tonico-cloniche e di eventuali assenze. Anche nei confronti della fotosensibilit\u00e0 il VPA \u00e8 il farmaco pi\u00f9 efficace. Nel caso di resistenza al VPA o di intolleranza a questo farmaco, \u00e8 possibile utilizzare il Clonazepam per le mioclonie ed il Fenobarbital per le crisi generalizzare tonico-cloniche.<\/p>\n

Il VPA \u00e8 in genere ben sopportato dai pazienti di genere maschile nei quali, come unico effetto avverso importante. pu\u00f2 indurre aumento dell\u2019appetito e di conseguenza aumento di peso.<\/p>\n

Un discorso a parte merita il trattamento della JME nelle pazienti di genere femminile. E\u2019 stato dimostrato, infatti, che la assunzione del VPA in gravidanza comporta un rischio elevato per il nascituro. Secondo alcune casistiche, circa il 30% dei bambini nati da donne con epilessia, che assumevano il VPA in gravidanza, hanno presentato deficit dello sviluppo psicomotorio. Sono stati descritti anche bambini con Disordine da Iperattivit\u00e0 e Deficit di Attenzione (ADHD) e bambini con Disordine dello Spettro Autistico ( ASD). Per tali motivi \u00e8 raccomandato di non usare il VPA nelle donne in et\u00e0 fertile. Le pazienti con JME all\u2019esordio vengono perci\u00f2 trattate con farmaci diversi dal VPA e quelle gi\u00e0 in trattamento con VPA sono state invitate a shiftare verso altri farmaci antiepilettici. Come gi\u00e0 esposto in precedenza, il VPA \u00e8 per\u00f2 il farmaco con maggiori probabilit\u00e0 di successo nel controllo delle crisi, per cui la condizione di seizure-free viene raggiunta nelle pazienti di sesso femminile in una percentuale nettamente inferiore rispetto a quella che si ottiene nei pazienti di sesso maschile. Inoltre i farmaci alternativi non sono privi di effetti collaterali: in particolare il Levetiracetam ed il Topiramato possono provocare irritabilit\u00e0 e disturbi comportamentali; il loro rischio teratogeno non \u00e8 del tutto conosciuto, non esistendo una casistica cos\u00ec ampia come quella relativa al VPA<\/p>\n

Il VPA pu\u00f2 essere prescritto senza problemi quando non vi \u00e8 possibilit\u00e0 di avere gravidanze o non c\u2019\u00e8 volont\u00e0 di avere gravidanze. Quando invece la paziente potrebbe avere gravidanze e c\u2019\u00e8 la nozione che gli altri farmaci non hanno una sufficiente efficacia, o provocano effetti collaterali inaccettabili, si pu\u00f2 utilizzare il VPA a basse dosi, intorno ai 10mg\/kg, possibilmente in associazione con un altro antiepilettico. Vi \u00e8 infatti la nozione che il VPA alla dose di 500 \u2013 700 mg\/die non provoca un reale aumento di rischi per il feto. Il medico curante dovr\u00e0 pertanto informare compiutamente la paziente circa i rischi ed i benefici della assunzione del VPA in gravidanza e con lei decidere la soluzione migliore per il singolo caso.<\/p>\n

Un approccio terapeutico simile pu\u00f2 essere preso in considerazione se il VPA provoca un aumento di peso; questo evento avverso \u00e8 difficilmente accettato dalle adolescenti. Anche in questi casi si pu\u00f2 ricorrere agli altri antiepilettici, ma in caso di insuccesso o di eccessivi eventi avversi, si pu\u00f2 usare il VPA a basse dosi<\/p>\n

Profilo Neuropsicologico.<\/strong><\/h2>\n

Per valutare il profilo psicologico dei pazienti con JME dobbiamo tenere conto del particolare periodo della vita in cui esordisce la malattia. Questa forma di epilessia si manifesta infatti nel momento dello sviluppo puberale ed adolescenziale, una fase di sviluppo che comporta modifiche sostanziali, sia sul piano fisico, che mentale. Siamo nel periodo in cui i ragazzi iniziano a diventare sempre pi\u00f9 autonomi ed a staccarsi dai genitori. La malattia, che comporta l\u2019assunzione di una terapia cronica e limitazioni nelle attivit\u00e0 quotidiane, impone al ragazzo delle regole difficili da accettare e lo riporta sotto il controllo dei genitori. Questi elementi possono giustificare il riscontro nelle varie casistiche di una maggiore incidenza di ansia e di abbassamento del tono dell\u2019umore, rispetto ai controlli di pari et\u00e0.<\/p>\n

Gi\u00e0 fisiologicamente nel periodo adolescenziale i ragazzi hanno una spiccata impulsivit\u00e0 e scarsa autocritica; queste caratteristiche, unite alla difficolt\u00e0 ad accettare di essere malati, fanno s\u00ec che nella JME ci sia una cattiva compliance, con tutti i rischi che comporta una non corretta assunzione della terapia (8).<\/p>\n

Controversi sono invece i dati relativi al profilo neurocognitivo dei ragazzi con JME. Vari autori segnalano carenze nella attenzione e nelle funzioni esecutive (9). Questl deficit tuttavia non sarebbero legati alla malattia o alla terapia, ma ad un profilo genetico in quanto si riscontrano anche in fratelli non affetti, di pazienti con JME.<\/p>\n

Considerati tutti questi dati dobbiamo sottolineare quanto sia importante dare ai pazienti con JME un supporto psicologico che sappia sostenere i ragazzi nella accettazione della malattia, aumentare la loro autostima ed aiutarli nell’ acquisizione delle autonomie possibili. Seguendo i pazienti pi\u00f9 giovani \u00e8 necessario dare un supporto psicologico ai genitori per aiutare anche loro ad accettare la malattia e nello stesso tempo ad impegnarsi affinch\u00e9 il ragazzo faccia la sua crescita e diventi sempre pi\u00f9 autonomo, evitando limitazioni ingiustificate.<\/p>\n

<\/a><\/p>\n

Riferimenti<\/h2>\n

[1] Scheffer I, Berkovic S et al. ILAE classification of the epilepsies: Position paper of the ILAE Commission for Classification and Terminology. Epilepsia, 2017; 58(4): 512\u2013521. doi: 10.1111\/epi.13709<\/p>\n

[2] EpilepsyDiagnosis.org ILAE, 2020, https:\/\/www.epilepsydiagnosis.org<\/p>\n

[3] Jayalakshmi SS, Srinivasa Rao B, Sailaja S. Focal clinical and electroencephaloghraphic features in patients with juvenile myoclonic epilepsy. Acta Neurol Scand, 2010: 122: 115 \u2013 123. Doi: 10.1111\/j.1600-0404.2009.01270.x<\/p>\n

[4] Genton P, Thomas P et al. Clinical aspects of juvenile myoclonic epilepsy. Epilepsy & Behavior, 2013: 28: S8\u2013S14\u00a0 Doi: 10.1016\/j.yebeh.2012.10.034<\/p>\n

[5] Camfield CS, CamfieldPR. Juvenile myoclonic epilepsy: 25 years after seizure onset: A population-based study. Neurology 2009;73:1041\u20135.<\/p>\n

[6] Pietrafusa N, La Neve A et al. Juvenile myoclonic epilepsy: Long-term prognosis and risk factors. Brain & Development 2021: 43: 688\u2013697\u00a0 Doi:10.1016\/j.braindev.2021.02.005<\/p>\n

[7] Chowdhury A, Brodie MJ. Pharmacological outcomes in juvenile myoclonic epilepsy: Support for sodium valproate. Epilepsy Research 2016: 119: 62-66 https:\/\/doi.org\/10.1016\/j.eplepsyres.2015.11.012<\/p>\n

[8] Shakeshaft A, Panjwani N et al. Trait impulsivity in Juvenile Myoclonic Epilepsy. Ann Clin Transl Neurol 2021 : 8 :138-152. Doi: 10.1002\/acn3.51255<\/p>\n

[9] Moschetta S, Valente KD. Impulsivity and seizure frequency, but not cognitive deficits, impact social adjustment in patients with juvenile myoclonic epilepsy. Epilepsia 2013: 54 :866-70.<\/p>\n

doi: 10.1111\/epi.12116.<\/p>\n

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Epilessia Mioclonica Giovanile, che cos’\u00e8, chi interessa e quali sono le terapie. 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